lunedì 28 ottobre 2013

Trading vs. investing (III): perché sono contento che esistano queste persone



Sabato sera ero a cena con amici e c’erano anche alcune persone che non conoscevo. Chiacchierando come accade in questi casi, uno di loro mi dice che anche lui ha la passione per la finanza e gli investimenti, anche se si occupa di gestire l’azienda di famiglia.


Come fa la quasi totalità delle persone quando le conosco, mi chiede di dargli 2/3 titoli “sicuri”. Invece di perdere tempo - come faccio di solito - a spiegare che non posso sapere quali investimenti saliranno nei prossimi mesi, che per dare un consiglio dovrei conoscere la sua situazione finanziaria, i suoi obiettivi e la sua propensione al rischio, etc…, questa volta ero sufficientemente di buon umore per rispondergli con una super-conservativa, noiosissima blue chip. Lui mi chiede di quanto sia salita da inizio anno, e io rispondo che non ne ho la minima idea. Probabilmente schifato dalla mia scarsa preparazione ed incapacità di fare stock picking, continua dicendo che lui invece seleziona i suoi investimenti guardando solo al grafico del prezzo recente, e si meraviglia di come io possa fare diversamente. I suoi investimenti preferiti sono futures ed opzioni su azioni americane ed il trading sulle valute, che non ritiene assolutamente rischiosi. Il valore del suo portafoglio è infatti cresciuto di “oltre il 100% negli ultimi due anni”, da quando ha cominciato a fare trading online.

La performance può essere misurata guardando al passato. Il rischio no. È come andare a fare il bagno nelle everglades in Florida: negli ultimi tre anni non ti è mai successo niente, mentre oggi hai trovato un alligatore che ti ha azzannato. Si possono fare i soldi ogni giorno per quanti mesi volete, ma ne basta uno per perdere (quasi) tutto.

Alcuni credono alla fatina dei dentini. Altri alla teoria dei mercati efficienti. Qualcuno ad entrambe. Io mi sveglio ogni mattina ringraziando che queste persone esistano



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