lunedì 30 dicembre 2013

14 idee per il 2014



La fine dell’anno è sempre un buon periodo per rivedere il proprio portafoglio e riconsiderare la tesi iniziale su un investimento per decidere se è ancora in linea con le aspettative.

Questo elenco comprende aziende europee che seguo da un po’ di tempo e che continuo a ritenere dei buoni investimenti: alcune sono salite molto nel 2012-2013, altre hanno fatto poca strada. L’idea di fondo è di mantenerle su un arco temporale di 2-5 anni (anche di più), il tempo necessario perché possano realizzare il loro pieno potenziale. 

Avviso: tutte le aziende sono small-cap (se non micro-cap) e sono tutt’altro che eccitanti a livello mediatico. Chiunque sia alla ricerca di hot tips (le nuove Twitter, Tesla, Moncler, …), mi dispiace ma è capitato nel blog sbagliato.

lunedì 16 dicembre 2013

Le inefficienze dei mercati efficienti



Devo confessare che non sono un avido lettore dei working papers accademici: anche per i report azionari preferisco quelli nei quali le 4/5 cose essenziali riguardo l’investimento vengono presentate in maniera chiara ed immediata rispetto a qualcosa che è più rigoroso ma richiede lunghe pagine di formule complicate per spiegare le conclusioni.

giovedì 12 dicembre 2013

Tesla Motors



Tesla Motors (TLSA:US) è senz’altro una delle azioni più discusse ed alla ribalta del 2013. Da un lato vi sono quelli che guardano alla sua valutazione e, giudicandola insostenibile, sono pronti a scommettere su un prossimo crash. Dall’altro vi sono invece gli entusiasti, che la vedono come una rivoluzione nel mondo dell’auto e scommettono sulla capacità imprenditoriale del suo CEO Elon Musk, che è stato co-fondatore di PayPal.

lunedì 9 dicembre 2013

Smart beta, risk factors, risk parity, …: sempre il solito “blah blah blah” del marketing



Post un po’ lungo e con termini tecnici, ma che tratta di concetti in realtà semplici. Come premessa vorrei aggiungere che non sono – per principio – contro le strategie discusse in questo post: piuttosto, sono contro i prodotti venduti a caro prezzo senza spiegare bene cosa siano. La maggior parte delle cosiddette innovazioni nel campo dell’industria degli investimenti sono motivate dai dipartimenti marketing delle società di gestione, che periodicamente sembrano re-inventare la ruota.

giovedì 28 novembre 2013

Un mito continuamente riproposto: “Le azioni trattano ad un valore equo”



Una delle peggiori asserzioni utilizzate per giustificare l’ottimismo attuale nei mercati azionari è che “le azioni sono poco costose sulla base degli utili attesi”. Rimane un mistero come questo mito continui ad essere riproposto da analisti ed economisti, e non solo per i danni che affermazioni simili hanno fatto nel 2000 e nel 2007.

giovedì 21 novembre 2013

Alcune considerazioni sui Free Cash Flows (e su come è facile manipolarli)



Le teorie economiche e finanziarie insegnano che il valore intrinseco di qualsiasi investimento è dato da tutti i flussi di cassa che questo produrrà nel corso della sua vita, attualizzati ad oggi.

Per molti value investor, me incluso, i free cash flows (FCF) sono il mantra dal quale non deviare mai: quello che conta infatti non sono la crescita del fatturato o degli utili, ma quanto un investitore potrebbe ritirare dal business ogni anno senza intaccare la sua operatività. Purtroppo questa metodologia non è di per sé infallibile, come dimostra quanto discusso nel caso delle value traps.

lunedì 18 novembre 2013

P/E, EV/EBITDA, EV/EBIT, P/FCF,…: cosa usare e quando?



P/E ratio 
Il P/E ratio è chiaramente il multiplo più famoso ed usato nelle valutazioni azionarie, ma è anche quello utilizzato maggiormente a sproposito. Le strategie value di comprare le azioni con i P/E più bassi funzionano molto bene in aggregato e su lunghi periodi (così come per il P/BV), ma questo è ben diverso da selezionare un’azione basandosi esclusivamente sul valore corrente del P/E (peggio ancora quando le banche utilizzano il forward P/E atteso a fine anno).

martedì 12 novembre 2013

Tipologie di errore negli investimenti


Ci sono molti errori che si possono fare negli investimenti. Imparare da questi è uno degli esercizi più importanti, soprattutto per chi fa stock picking.

lunedì 11 novembre 2013

Temenos AG: un’opportunità di andare short?


Nota: Questo post, come tutti gli altri, riflette le miei considerazioni ed analisi su mercati e specifici investimenti, ed è pubblicato a scopo puramente informativo. NON deve essere considerato come una raccomandazione né di acquisto né di vendita, ed ogni lettore è pregato di fare le proprie valutazioni: andare “short” comporta rischi diversi ed aggiuntivi rispetto alle posizioni “long”. 
Questo post vuole essere piuttosto uno spunto di riflessione sull’analisi di bilancio di un potenziale investimento. Commenti, idee, opinioni e suggerimenti sono benvenuti. 

mercoledì 6 novembre 2013

Riflessioni sparse



Su market timing, investimenti azionari, business di qualità, etc...

“So much in the investment world has become focused on tamping down volatility that it’s gotten somewhat away from an emphasis on returns. We see that as an opportunity. If you’re willing to look further out and accept the inherent randomness of what can go on in the interim, we can sit with an undervalued portfolio of unleveraged, diversified businesses with business models that aren’t going to become obsolete and feel quite comfortable about its prospects.” (Tweedy Browne) 

lunedì 4 novembre 2013

C’è un sufficiente margine di sicurezza in un investimento obbligazionario?



Le strategie di risk parity sono state tra gli investimenti preferiti dagli investitori negli ultimi anni (vedere anche il post relativo). L’attrazione di queste strategia è che sono molto flessibili perché permettono al gestore di scegliere la volatilità del portafoglio secondo l’appetito per il rischio dei clienti. Quindi un portafoglio con un obiettivo di volatilità di 10% utilizzerà la leva per aumentare l’esposizione alle obbligazioni e sottopeserà invece le azioni.

mercoledì 30 ottobre 2013

Total Produce: una mela al giorno…


Total Produce (TOT:ID) è un perfetto esempio del tipo di società che ricerco: un business facile da capire e da gestire; utili e redditività per i prossimi anni che possono essere stimati con sufficiente sicurezza; flussi di cassa stabili e che non richiedono grossi investimenti solo per rimanere in attività; ed una valutazione modesta. Manca un quinto elemento, ovvero un management che lavori per tutti gli azionisti e capace di allocare il capitale (maggiori informazioni in seguito), ma non si può avere tutto dalla vita…

lunedì 28 ottobre 2013

Trading vs. investing (III): perché sono contento che esistano queste persone



Sabato sera ero a cena con amici e c’erano anche alcune persone che non conoscevo. Chiacchierando come accade in questi casi, uno di loro mi dice che anche lui ha la passione per la finanza e gli investimenti, anche se si occupa di gestire l’azienda di famiglia.

Complessità non necessaria

Complessità non necessaria

mercoledì 23 ottobre 2013

Trading vs. investing



Quando si parla di mercati finanziari, i termini prezzo e valore (price e value) sono usati in maniera intercambiabile, ma non lo sono. Questa confusione è quello che spesso rende le discussioni sugli investimenti un dialogo tra sordi: i processi (e le regole del gioco) per arrivare ai concetti di prezzo e valore sono infatti completamente differenti.

venerdì 18 ottobre 2013

Value traps



Questo post è nato da uno scambio di opinioni nelle ultime settimane con un intermediario finanziario a proposito di un loro certificato basato su un paniere di azioni deep value, costruito con l’obiettivo di evitare le cosiddette value traps.

lunedì 14 ottobre 2013

Considerazioni sul piano di MPS



Lo scorso 7 ottobre Banca Monte dei Paschi (MPS) ha presentato il piano di ristrutturazione per il quinquennio 2013-2017. I principali obiettivi da raggiungere nel 2017 sono:
  1. Un aumento di capitale da €2,5 miliardi (da completare entro il 2014)
  2. ROTE (Return on Tangible Equity) del 9%
  3. Utili netti di €900 milioni
  4. ROA (Return on Assets) di circa 0,5%
  5. Un rapporto tra prestiti e depositi (loans-to-deposits ratio) del 100%, riducendo anche il portafoglio di titoli di stato da €23 miliardi a €17 miliardi
  6. Un rapporto tra costi e ricavi (cost-income ratio) del 50%
Vediamo come potrebbero essere raggiunti questi obiettivi.

giovedì 10 ottobre 2013

IPO di Twitter: “Mesdames et Messieurs, fait vos jeux!”


Premessa: non ho un account Twitter e non l’ho mai usato, quindi non sono probabilmente la persona più adatta per commentare sulle sue prospettive future. Ho un profilo su Facebook, ma non lo uso quasi mai, perché mi ha annoiato rapidamente. Sono presente su LinkedIn, che invece uso spesso, ma non sono un utente premium e non so in che modo guadagni dall’avermi tra i suoi membri.

Must read!



Due interessanti articoli riguardo alcuni sofisticati (ma complessi e poco trasparenti) investimenti che sono quotidianamente proposti a molti investitori.

martedì 8 ottobre 2013

Buzzi Unicem: "time to sell"



L’idea di investire in Buzzi Unicem (BZU:IM) risale all’autunno del 2011. La tesi iniziale era basata essenzialmente sulla valutazione estremamente conveniente, all’epoca, delle azioni di risparmio (la tipologia scelta per l’investimento), che non solo trattavano ad un significativo sconto rispetto al book value ma anche ad uno sconto superiore al normale rispetto alle azioni ordinarie.

lunedì 7 ottobre 2013

Maisons France Confort, un "bijoux" francese



Maisons France Confort (MFC:FP) è una società francese che progetta e realizza case, soprattutto villette singole per famiglie. A differenza di quanto accade in altri mercati, in questo settore in Francia vi è un rischio quasi pari a zero per il costruttore, perché la terra è acquistata separatamente dal cliente e la casa è costruita solo quando è totalmente pre-finanziata.

giovedì 3 ottobre 2013

La parabola del toro



Nel 1906 il matematico Francis Galton era ad una fiera di paese ed osservò una competizione in cui si doveva indovinare il peso di un toro: chi si avvicinava di più al peso corretto vinceva il toro stesso. Ottocento persone parteciparono. Galton, da buon matematico, calcolò alcune statistiche e scoprì che la stima media del peso (542,9 kg) era praticamente identica al peso reale del toro (543,4 kg). Questo episodio reale è alla base di molte teorie sulla cosiddetta “saggezza delle masse (wisdom of crowds)”. Ma non tutti sanno cosa è accaduto in seguito…

lunedì 30 settembre 2013

Tapering, crisi di governo, etc…



Questa settimana non è certo cominciata nel migliore dei modi dal punto di vista dei mercati finanziari!

 

Oltre alla solita paranoia su cosa farà la Fed (dopo aver rilanciato con ulteriori acquisti per $85 miliardi di titoli al mese, anziché ridurre il proprio intervento come annunciato a maggio), negli ultimi giorni si sono aggiunte anche le preoccupazioni sulla chiusura del governo americano, oltre ovviamente all’ennesima crisi di governo in Italia.

giovedì 26 settembre 2013

Risk parity



[Questo post riprende quanto già pubblicato nel vecchio blog ad inizio anno, con alcuni aggiornamenti] 

Nel 1996, dopo molti anni come consulente di fondi pensione aziendali, BridgewaterAssociates – oggi uno dei più grandi hedge funds al mondo - lanciò la strategia All Weather [1], basata su un approccio che in seguito sarebbe diventato quello che oggi è chiamata risk parity. Diciassette anni dopo, questa strategia è offerta da varie società di gestione anche ai clienti retail.

mercoledì 18 settembre 2013

40 cose che ho imparato investendo (con molta presunzione…)


  1. La singola variabile più importante in qualsiasi investimento è il prezzo: investire vuol dire comprare qualcosa che vale più di quello che si paga.
  2. In ogni transazione finanziaria, cercate di scoprire quali sono gli incentivi della controparte. Regolatevi di conseguenza.
  3. Il miglior pregio di un investitore è la capacità di dire no: saper dire no è molto più importante che dire si.
  4. Ogni investitore può controllare il proprio processo di investimento; non può assolutamente controllare i movimenti dei mercati. Cercate di avere una filosofia, e cercate di seguirla: potrete così affrontare i problemi quando questi si verificano (perché prima o poi un problema arriva sempre).

domenica 15 settembre 2013

Una lezione sul rischio: dal poker



Anche se può sembrare un'eresia, una delle migliori spiegazioni di come affrontare il rischio nei mercati finanziari. Le parti evidenziate in grassetto sono quelle che ritengo più importanti da imparare. [Il post originario è disponibile qui] 

Getting Schooled in Risk: The Lessons of Poker 

When I was young people called me a gambler. As the scale of my operations grew, I became known as a speculator. Now I am called a banker. But I have been doing the same thing all the time. — Ernest Cassel

To win, you must understand the game, you must understand the players, and above all, you must understand yourself. — Source unknown 

giovedì 12 settembre 2013

Gruppo SOL: solida e ben gestita, ma con un sufficiente margine di sicurezza?


SOL (ISIN: IT0001206769, Bloomberg SOL:IM) è una società italiana attiva nella produzione, ricerca applicata e commercializzazione di gas industriali puri e medicinali, ed in quello dell’assistenza medicale a domicilio. Oggi SOL è una multinazionale presente in 20 nazioni europee (oltre a Turchia ed India) con oltre 2,100 dipendenti.

venerdì 6 settembre 2013

Una veloce valutazione degli asset managers



Se vi piacciono uno o più fondi di una società di gestione, non investite in quei fondi, piuttosto direttamente nelle azioni della società, se è quotata!”. Questa affermazione dovrebbe essere valutata da tutti gli investitori, in particolare quelli interessati alle azioni. Il motivo principale è che quasi sempre queste società hanno una miriade di fondi che coprono le varie classi d’investimento, offrendo quindi una sorta di diversificazione naturale (se la diversificazione è una delle caratteristiche che ricercate in un investimento). In secondo luogo, anche se una strategia può non andare bene in un determinato periodo (pensate ad esempio ai fondi obbligazionari quando i tassi d’interesse sono in rialzo), la società continua ad incassare le commissioni di gestione - non certo trascurabili - in qualsiasi condizione di mercato.

martedì 3 settembre 2013

L’investitore perfetto (o quasi)



Come già trattato nel post precedente, uno degli argomenti più controversi in finanza è quello dell’efficienza dei mercati, ed è chiaro anche dall’intestazione di questo blog che la mia idea è che non lo siano affatto (o per lo meno non sempre: come giustamente ha affermato Warren Buffet: “Observing that markets were 90% efficient, they concluded that markets were always efficient. The difference between the two propositions is the same as between night and day.”).

Nonostante i moltissimi eventi degli ultimi 30 anni che la contraddicono, la nozione di mercati sempre perfettamente efficienti è dura a morire, e la riprova a supporto di questa tesi non può essere che la maggioranza delle gestioni attive non riesce a battere il benchmark di riferimento. Vi sono infatti vari studi che evidenziano le caratteristiche tipiche dei migliori gestori, quei tratti psicologici e comportamentali che definiscono la loro filosofia d’investimento. In molti casi si tratta di investitori di tipo value, ma non è necessariamente sempre così. 

lunedì 2 settembre 2013

Il paradosso dei mercati efficienti



I prodotti finanziari che hanno avuto maggior successo negli ultimi anni sono stati sicuramente gli investimenti passivi e gli ETF. Molti sostengono, non senza ragione, che gli ETF hanno avvicinato gli investitori, soprattutto quelli retail, a mercati e strategie che prima non erano accessibili. Negli US, stime di Morningstar indicano che la percentuale di attività gestite in modo passivo è passata da 11% nel 2003 ad oltre 26% nel 2012. Anche gli investitori istituzionali fanno sempre più uso di questi strumenti, ad esempio in un approccio di tipo “core-satellite”.

martedì 27 agosto 2013

Investire in agricoltura (II)



Ogni volta che si individua un tema interessante, potete stare sicuri che l’industria degli investimenti prima o poi lo sfrutterà fino a rovinarlo. Nel post precedente ho analizzato la gamma di investimenti disponibili per chi fosse interessato all’agricoltura (investimenti diretti, fondi chiusi, ETN, ETF su future, ETF fisici ed ETF azionari) e dimostrato come ben pochi di questi abbiano una vera esposizione ai prodotti agricoli. Vediamo adesso quali sono invece la opportunità tra le aziende quotate.
[Nota importante: questo blog è pubblicato a scopo puramente informativo. Le aziende elencate di seguito non sono una raccomandazione né di acquisto né di vendita, ma semplicemente una lista di società che ho identificato e che continuerò a seguire ed analizzare. Ogni lettore è pregato di fare le proprie considerazioni e valutazioni, anche e soprattutto sull’idoneità degli investimenti alle proprie caratteristiche finanziarie. La sigla tra parentesi dopo il nome delle aziende è il ticker da utilizzare in Bloomberg.com per vedere le caratteristiche finanziarie delle società.] 


giovedì 22 agosto 2013

Investire in agricoltura (I)



Gli investimenti in agricoltura hanno cominciato ad avere maggiore attenzione anche da parte degli investitori retail. Uno dei motivi principali è che vengono considerati una buona asset class per proteggersi dall’inflazione, anche se occorre ricordare che il primo canale di trasmissione dell’inflazione alle attività reali - attraverso i bilanci delle banche - è il settore immobiliare, seguito a sua volta dalle risorse naturali ed infine dall’agricoltura. Un altro motivo, utilizzato soprattutto da chi vuole spingere i propri prodotti, è la (potenziale, possibile) diversificazione dai tradizionali investimenti in obbligazioni ed azioni.


mercoledì 31 luglio 2013

Astaldi SpA: sottovalutata o rischiosa?



Astaldi (ISIN: IT0003261069, ticker: AST:IM) è una società di costruzioni che opera come general contractor di iniziative in project finance ed in concessione in Italia e nel mondo. Le principali aree di business sono: infrastrutture di trasporto; acqua ed energie rinnovabili; edilizia civile ed industriale; concessioni. Quotata in Borsa dal 2002, oggi Astaldi opera in 6 macro-regioni: Italia, Europa Centrale (Polonia, Romania, Russia e Turchia), Middle East (Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Oman, Qatar), Maghreb (Algeria), America Latina (Venezuela, Peru, Cile, America Centrale) e America del Nord (Canada, USA).


Nel proprio sito Astaldi fornisce un sommario delle raccomandazioni di 11 banche e brokers sulla società: i consigli sono tutti positivi (il peggiore è un Hold con un target price di €5,2) e la media dei target price è di circa €7, quindi con un potenziale upside di +30% rispetto ai €5,4 attuali (dati al 30 luglio).


Guardando ai fondamentali della società, sembrerebbe in effetti essere un’interessante opportunità di investimento:

P/E (2012): 7,7x

P/E (5 anni): 8,7x

P/BV: 1,0x

EV/sales: 0,5x

EV/EBITDA: 4,7x

Dividend yield: 3,1%



lunedì 29 luglio 2013

La parabola di Mr. Market



L’intestazione del blog è presa da un eccellente libro di James Grant (intitolato appunto “Mr. Market miscalculates”), che a sua volta fa riferimento ad uno dei principali insegnamenti di Benjamin Graham, ovvero la parabola di Mr. Market riportata nel capitolo 8 del suo libro “The Intelligent Investor”.


Immaginate di possedere parte di un’attività privata e di avere come partner Mr. Market, un tipo che ha una caratteristica particolare: ogni giorno si sveglia e vi dice quanto pensa che l’azienda valga, offrendosi o di acquistare la vostra parte o di vendervi la sua a quel prezzo. A volte la sua idea di valore è ragionevole e giustificata dalle prospettive del business. Ma spesso Mr. Market si lascia prendere dall’euforia o dal panico, e vi propone una valutazione che non ha nessuna attinenza con le condizioni della vostra azienda. Mr. Market ha inoltre un’altra peculiarità: se non vi interessa il prezzo proposto oggi, non si offende se lo ignorate e tornerà domani con un nuovo prezzo.


Se siete un vero imprenditore, lasciate che le comunicazioni quotidiane di Mr. Market determinino la vostra idea del valore dell’azienda? Soltanto in due casi: se siete d’accordo con lui o se volete fare una transazione. Dovreste essere più che felici di vendergli la vostra parte quando vi offre un prezzo esageratamente alto, ed ugualmente lieti di comprare la sua parte quando chiede un prezzo estremamente basso. Ma negli altri giorni è sicuramente meglio formarsi la propria opinione basata sull’andamento dei fondamentali dell’azienda.



giovedì 25 luglio 2013

Value investors vs. value pretenders




Una delle domande che mi viene fatta più spesso è di meglio definire cos’è il value investing.

La risposta tipica di chi segue questo approccio è: “Comprare qualcosa che vale €1 per 70 centesimi o meno”. Questa può sembrare una tautologia, in quanto nessun investitore compra coscientemente qualcosa che ritiene sopravvalutato (beh, forse tranne i gestori dei fondi comuni, ma questa è una storia già ampiamente discussa).

Come spesso accade nella vita, il modo migliore per spiegare qualcosa è descrivere cosa questa non è. Ecco quindi una lista di considerazioni (alcune generiche, altre più tecniche) che NON qualificano gli investitori di tipo value.